Note grammaticali provvisorie sulla lingua etrusca
Indice
Premessa
La scrittura e l'alfabeto
Il sostantivo
Il piccolo glossario provvisorio della lingua etrusca è nato come appendice ad alcune note grammaticali, naturalmente sempre provvisorie, che stavo stendendo nei primi mesi del 2023, dopo averci meditato sopra per cinque o sei anni.
Ora penso che abbiano riposato abbastanza nel loro cassetto elettronico sul mio pc e che sia venuto il momento di farle accomodare nella sezione dedicata di questo sito.
Le riporto pari pari qui di seguito.
Premessa
La scrittura e l'alfabeto
Il sostantivo
L'aggettivo
Il pronome
La posposizione
L'avverbio e la congiunzione
Il verbo
L'onomastica
Glossario
Glossario di nomi propri
Non sono un etruscologo, non sono un archeologo, non sono un epigrafista, non sono un filologo. E non aspiro a essere riconosciuto in alcuno di questi ruoli.
Però sono interessato alla civiltà etrusca quanto lo sono ad altre civiltà antiche, in primis la greca e la romana, ho una solida formazione universitaria in linguistica, sia storica che comparativa, e in storia; inoltre conosco bene più lingue, due delle quali parlate ai tempi e nei luoghi degli etruschi, e ho acquisito fin dal liceo un rigoroso metodo di studio e di analisi dei fatti.
Non ho la presunzione di portare interpretazioni nuove o definitive, ma intendo solamente proporre letture e connessioni le più oggettive possibili a dati e aspetti già messi in luce dai più attendibili etruscologi e spesso lasciati isolati gli uni dagli altri.
E cerco di fare mia un'affermazione che ogni studioso serio dovrebbe avere propria: «Allo stato attuale non possiamo che limitarci a constatare il fatto, senza poterlo spiegare, per semplice assenza di dati. In tale situazione, è altamente sconsigliabile abbandonarsi a catene ermeneutiche basate su principi astratti» (da Vincenzo Bellelli e Enrico Benelli: Gli Etruschi. La scrittura, la lingua, la società, ed. Carocci, Roma 2018, pag. 79; d'ora innanzi citato per comodità come BB18).
Le lettere
L'etrusco deriva il suo alfabeto da quello greco, rovesciando orizzontalmente i caratteri per adeguarli alla propria scrittura prevalentemente sinistrorsa, vale a dire da destra a sinistra.
Nel corso del tempo alcuni caratteri di derivazione greca sono caduti in disuso, in quanto non rispondenti a suoni distinti della lingua etrusca; è il caso ad esempio di quelli indicanti i suoni [b] [g] e [d], assimilati rispettivamente a [p] [k] e [t], o anche [o], assimilato a [u]. Altri hanno preso forme grafiche diverse, pur indicando sempre il medesimo fonema. Uno è stato aggiunto ex novo per il suono [f], presente in etrusco ma non in greco.
Solo a partire dal IV secolo a. C. l'alfabeto etrusco si stabilizza nella forma regolarizzata, per usare la definizione di Bellelli e Benelli, qui riportata. Tra parentesi quadre il valore fonetico.
𐌀 [a],
𐌂 [k],
𐌄 [e],
𐌅 [v],
𐌆 [z],
𐌇 [h],
𐌈 [th],
𐌉 [i],
𐌊 [k],
𐌋 [l],
𐌌 [m],
𐌍 [n],
𐌐 [p],
𐌑 [s,sh],
𐌓 [r],
𐌔 [s],
𐌕 [t],
𐌖 [u],
𐌘 [ph],
𐌙 [kh],
𐌚 [f].
Si noti che 𐌂 è pronunciato [k]; 𐌊, come la k in latino, è in genere variante grafica per le parole di origine straniera.
Quanto a 𐌑 e 𐌔, traslitterati entrambi in s, sono per lo scrivente molto probabilmente varianti di carattere regionale per indicare i suoni [s] e [sh] della s sorda; si pensi in italiano, ad esempio, alla differente pronuncia di s sorda nelle regioni centrali e in Emilia Romagna. A ogni modo paiono per ora equivalenti dal punto di vista morfologico in riferimento alle desinenze delle parti del discorso.
Giusto per completezza di informazione si riportano di seguito anche i caratteri dismessi nel corso del tempo.
𐌁 [b],
𐌃 [d],
𐌎 [ks],
𐌏 [o],
𐌒 [q,k].
Da ricordare infine che BB18 attesta anche una variante di 𐌄 con andamento retrogrado: 𐌭.
I numeri
Accanto alle lettere sono state per ora individuate cinque cifre, vale a dire cinque caratteri che indicano numeri cardinali.
𐌠 [1],
𐌡 [5],
𐌢 [10],
𐌣 [50],
𐌟 [100].
Non sfuggirà il parallelo con i numeri romani. E, proprio come accade per quelli, la loro combinazione permette di esprimere le diverse quantità.
Casi
La flessione del sostantivo in etrusco pare avere cinque casi principali, convenzionalmente chiamati dagli studiosi con terminologia latina:
- il nominativo (Nom.), che esprime il soggetto;
- il genitivo (Gen.), che esprime il complemento di specificazione o possesso, il complemento di termine per il destinatario di un dono, il complemento di età e il complemento di luogo; quest'ultimo sempre accompagnato dalla posposizione enclitica 𐌉𐌈 / 𐌉𐌕;
- il pertinentivo (Pert.), un tempo impropriamente preso per dativo e a tutt'oggi il più ambiguo da definire, che esprime l'autore diretto o indiretto di un dono, con l'idea di "per conto di", e il magistrato in carica nelle datazioni;
- l'accusativo (Acc.), che esprime il complemento oggetto e il complemento di tempo continuato;
- l'ablativo (Abl.), che esprime il complemento d'agente con i verbi al passivo.
A questi cinque se ne affianca un sesto, decisamente più raro, chiamato strumentale (Strum.) o locativo (Loc.), che esprime il complemento di mezzo, il complemento di luogo e il complemento di tempo in relazione a una carica pubblica; in quest'ultimo caso la carica è espressa al locativo accompagnata dal nome del magistrato al pertinentivo.
Declinazione del singolare
L’etrusco pare avere due declinazioni, che oggi gli studiosi preferiscono chiamare classi.
Per quanto riguarda il singolare sono state individuate una classe tematica, o vocalica, e una atematica, o consonantica.
La prima comprende i sostantivi terminanti in vocale, a eccezione dei femminili terminanti in 𐌉, i sostantivi terminanti in consonante liquida o nasale (𐌋, 𐌓, 𐌌 e 𐌍) e i sostantivi terminanti in 𐌙.
Da notare che nella prima classe in genere rientrano i termini di importazione, spesso greca, designanti oggetti; termini etruschizzati con uscita in 𐌌𐌖. Non sfuggirà a tale proposito la somiglianza con il neutro in um della seconda declinazione latina.
Fa eccezione tra le terminazioni vocaliche una serie di sostantivi che, pur terminando in 𐌀, appartiene per flessione alla seconda classe. Si tratta di:
- nomi propri femminili terminanti in 𐌀𐌉𐌍𐌖, limitatamente alla città di Perugia;
- nomi propri di città e i sostantivi indicanti istituzioni e spazi pubblici, quale ad esempio 𐌀𐌓𐌖𐌐𐌔 ("comunità" o "città");
- 𐌀𐌉𐌖𐌐 ("moglie");
- 𐌀𐌆𐌓𐌀𐌋 e 𐌀𐌆𐌖𐌈𐌓𐌀𐌋, diminutivi del nome proprio maschile 𐌈𐌓𐌀𐌋.
La seconda classe comprende i sostantivi terminanti nelle altre consonanti e i femminili terminanti in 𐌉.
I sostantivi terminanti in 𐌔 oscillano invece tra le due classi.
Volendo trovare un altro parallelo con le coeve lingue classiche, si può ricordare che atematica in latino e in greco è la terza declinazione, mentre tematiche sono la prima e la seconda in latino e in greco, la quarta e la quinta in latino.
Ecco dunque le desinenze dei casi al singolare.
I classe II classe Nom. / Acc. - - Gen. 𐌔 𐌋 (𐌀 / 𐌀𐌋𐌀) Pert. 𐌉𐌔 𐌉𐌋 (𐌄𐌋𐌀) Abl. 𐌔𐌉 𐌔𐌋𐌀 (𐌔𐌀𐌋𐌀) Strum. / Loc. 𐌉 𐌉
Con riferimento alla prima classe si noti che:
- i temi in consonante prendono spesso una vocale di appoggio, in genere 𐌖 o 𐌄, prima della 𐌔 del genitivo e del pertinentivo (es. 𐌔𐌖, 𐌔𐌄);
- l’ablativo del tema in 𐌀, 𐌔𐌉𐌀, si contrae generalmente in 𐌔𐌄.
Con riferimento alla seconda classe si noti che:
- il genitivo, il pertinentivo e l’ablativo presentano anche le forme arcaiche indicate tra parentesi;
- i temi in 𐌈 possono presentare, soprattutto nelle forme arcaiche, una 𐌉 di appoggio prima della desinenza (es. i genitivi del nome proprio 𐌈𐌓𐌀𐌋, vale a dire 𐌀𐌉𐌈𐌓𐌀𐌋 e 𐌀𐌋𐌀𐌉𐌈𐌓𐌀𐌋).
Non sfuggirà che il genitivo singolare 𐌔 della prima classe non è così diverso dal genitivo singolare in ς della prima declinazione in greco.
Declinazione del plurale
Da quanto raccontano gli studiosi, al momento pare che l’etrusco abbia un approccio diverso ai sostantivi a seconda del numero; se infatti, come si diceva sopra, le due classi del singolare si definiscono in funzione della terminazione di parola, al plurale il discrimine è che la parola definisca entità animate oppure oggetti inanimati. È plausibile, come affermano Benelli e Bellelli nel loro lavoro, che questo quadro dipenda da un’ancora limitata conoscenza e casistica; tuttavia, allo stato attuale dell’arte, l’etrusco presenterebbe l’eclettica caratteristica di definire in funzione diversa le due declinazioni del sostantivo a seconda che si tratti del singolare o del plurale.
Ecco dunque le desinenze dei casi al plurale; dove non attestate si riporta la sigla "n.a.".
I classe II classe Nom. / Acc. 𐌓𐌄 / 𐌓𐌀 𐌋𐌀𐌅𐌙 / 𐌀𐌅 Gen. 𐌔𐌀𐌓𐌀 𐌋𐌀𐌅𐌙 Pert. 𐌉𐌔𐌀𐌓𐌀 n.a. Abl. n.a. n.a. Strum. / Loc. n.a. n.a.
Quanto alla prima classe, particolare è il caso di 𐌍𐌀𐌋𐌂 ("figlio"), che nel passaggio dal singolare al plurale subisce apofonia vocalica da 𐌀 a 𐌄, per cui al plurale si trovano 𐌓𐌀𐌍𐌄𐌋𐌂 per il nominativo, 𐌔𐌀𐌓𐌀𐌉𐌉𐌍𐌉𐌋𐌂 (forma arcaica con un’ulteriore apofonia) per il genitivo e 𐌉𐌔𐌀𐌓𐌀𐌍𐌄𐌋𐌂 per il pertinentivo. Non sfuggirà che lo stesso fenomeno accade anche nelle lingue germaniche; si pensi ad esempio al singolare inglese "man" (uomo), che diventa "men" al plurale.
Quanto alla seconda classe, è da notare che i sostantivi preceduti da numerali perdono la desinenza del plurale.
I sostantivi indicanti tipi o nomi propri di divinità oscillano tra le due classi.
Si può inoltre idealmente assimilare ai plurali il suffisso 𐌓𐌖𐌈, che flette secondo la prima del singolare e indica un insieme di individui o di famiglie.
L’aggettivo
L’aggettivo etrusco si presenta sempre nella sola forma singolare, anche quando accompagna sostantivi plurali. Questo significa che la concordanza tra aggettivo e sostantivo riguarda solamente i casi, ma non il numero, valendo la forma singolare dell’aggettivo sia per il singolare che per il plurale.
Non sfuggirà che il medesimo comportamento si riscontra nell’aggettivo ad esempio di alcune lingue di ceppo germanico, quali l’inglese o il danese.
Il pronome
Pronome determinativo
Il pronome determinativo enclitico 𐌀𐌔 per significato e per uso ha grosso modo il valore all’articolo determinativo. Concorda per caso e numero con il sostantivo cui si appoggia.
sing. | plur. | |
Nom. / Acc. | 𐌀𐌔 | n.a. |
Gen. | 𐌀𐌋𐌔 (𐌀𐌋𐌀𐌔) | 𐌀𐌋𐌅𐌔 |
Pert. | 𐌄𐌋𐌔 | 𐌄𐌋𐌅𐌔 |
Abl. | n.a. | n.a. |
Strum. / Loc. | n.a. | n.a. |
Si noti che il genitivo presenta anche la forma arcaica indicata tra parentesi.
Pronome personale
Del pronome personale al momento è stata attestata con certezza solo la prima persona singolare, ai soli casi nominativo e accusativo. A tale proposito, si noti che, a differenza di quanto visto per i sostantivi e per il pronome determinativo enclitico 𐌀𐌔, il pronome personale distingue le forme dei due casi diretti: nessuna desinenza per il nominativo e desinenza 𐌉𐌍 per l’accusativo.
Nom. 𐌉𐌌, Gen. n.a., Pert. n.a., Acc. 𐌌𐌉𐌍𐌉, Abl. n.a., Strum. / Loc. n.a.
Pronome dimostrativo
Al momento sono stati individuati con certezza due pronomi dimostrativi, 𐌀𐌂𐌉 e 𐌀𐌕𐌉, tradotti generalmente con "questo" e "quello", benché non vi sia ancora certezza sulla corrispondenza precisa tra gli originali e le traduzioni. Di entrambi sono attestate sia le forme arcaiche 𐌀𐌂𐌄 e 𐌀𐌕𐌄, sia quelle enclitiche 𐌀𐌂 e 𐌀𐌕.
Quanto alla flessione, risultano attestate per ora solo le forme del singolare; il che potrebbe significare, fino a prova contraria, che il pronome dimostrativo si comporta come l’aggettivo.
Si veda a titolo esemplificativo la declinazione dell’enclitico 𐌀𐌕.
Nom. 𐌀𐌕, Gen. 𐌀𐌋𐌕 (𐌀𐌋𐌀𐌕), Pert. 𐌄𐌋𐌕, Acc. 𐌍𐌕 (𐌍𐌀𐌕 / 𐌍𐌖𐌕), Abl. 𐌔𐌉𐌄𐌕 / 𐌔𐌉𐌕, Strum. / Loc. 𐌄𐌕.
Si noti che per il genitivo e l’accusativo sono attestate anche le forme arcaiche indicate tra parentesi.
Si noti inoltre che per l’enclitico 𐌀𐌂 è attestata allo strumentale la forma 𐌉𐌈𐌋𐌂, forse composta con la posposizione 𐌉𐌈.
Pronome relativo
Sono stati finora identificati con sicurezza due pronomi relativi. Il primo è 𐌍𐌀, riferito agli esseri animati; il secondo è 𐌍𐌉, riferito invece agli oggetti inanimati.
Pronome indefinito
Il pronome indefinito 𐌀𐌍𐌄 è traducibile con qualcosa; in frase negativa costruita con la negazione 𐌍𐌄 è traducibile con niente.
Non sfuggirà che comportamento simile il pronome indefinito ha per esempio anche in latino, in greco o in inglese.
La posposizione
Diversamente dal greco e dal latino, l’etrusco non ha preposizioni, ma posposizioni. Alcune si presentano come parole autonome, altre come particelle enclitiche.
Tra le prime è stata ormai identificata con certezza la posposizione 𐌀𐌙𐌄𐌂 con l’accusativo, equivalente alla preposizione latina pro.
Tra le seconde si ritrovano con frequenza 𐌉𐌕 e la sua variante aspirata 𐌉𐌈 con il locativo, a indicare il complemento di stato in luogo, anche in senso figurato quando riferito a una carica pubblica, a indicare l’idea di "nel ruolo di" o "durante la carica di".
L’avverbio e la congiunzione
Avverbi
Tra gli avverbi l’unico finora identificato e interpretato con certezza è 𐌉𐌖𐌈, traducibile con "qui".
Congiunzioni
Tre sono le congiunzioni identificate sinora, due delle quali enclitiche.
Queste ultime sono rispettivamente la copula 𐌂, traducibile con "e", e 𐌌𐌖, il cui uso e significato non sono del tutto chiari. Quanto alla prima, non sfuggirà il parallelo con la copula enclitica que del latino.
L’altra congiunzione ormai chiaramente compresa è la negativa 𐌍𐌄, traducibile con "non" e riscontrata anche nelle varianti 𐌄, 𐌉𐌄 ed 𐌍𐌉𐌄.
Il verbo
La prima cosa che balza all’occhio del verbo etrusco è che non flette secondo la persona, per cui il soggetto è necessariamente sempre espresso esplicitamente. Non sfuggirà che il verbo ha il medesimo comportamento in alcune lingue germaniche, quali ad esempio il danese o l’inglese, nel quale ultimo la sola eccezione è la terza persona singolare al Simple Present.
Anche i modi e i tempi sembrano ridotti rispetto al latino o al greco. Occorre però ricordare che, a oggi, le testimonianze giunteci di lingua etrusca sono quasi esclusivamente di ambito funerario; il che ovviamente spiega l’attestazione quasi solo di forme al passato. Ciò detto, i modi e i tempi finora attestati e interpretati in maniera certa sono:
- l’imperativo (Imp.) in forma positiva, coincidente con la radice verbale, e in forma negativa, quest’ultima anche interpretata da alcuni studiosi come congiuntivo (Cong.). A margine direi che questa interpretazione avvenga sulla scorta del latino, che esprime l’idea di imperativo negativo con il congiuntivo preceduto da negazione;
- l’indicativo (Ind.) ai tempi imperfetto e perfetto;
- il participio (Part.) ai tempi continuativo nel passato e perfetto;
- il necessitativo, indicante, come dice il nome, un’azione necessaria, a proposito del quale il sottoscritto non esclude un’interpretabilità come imperativo futuro, sempre sulla scorta del latino.
Di gran parte di essi sono state attestate sia le forme attive sia quelle passive.
Ecco la tabella delle desinenze.
Attivo | Passivo | |
Imp. | - | n.a. |
Imp. negativo | 𐌀 + negazione | n.a. |
Ind. imperfetto | 𐌄𐌂 | 𐌄𐌙 |
Ind. perfetto | 𐌄 | 𐌄𐌍 |
Part. continuativo | 𐌔𐌀𐌈 | n.a. |
Part. perfetto | 𐌖 | 𐌖 |
Necessitativo | 𐌉𐌓 | n.a. |
Si noti che le desinenze e relativa attribuzione dell’indicativo imperfetto passivo e del necessitativo attivo sono probabili, ma non certe.
Da rilevare inoltre che per la desinenza del participio continuativo sono attestate anche le varianti 𐌀𐌔𐌀𐌈, 𐌀𐌔𐌀 e 𐌔𐌀.
Non sfuggirà che la desinenza 𐌄𐌂 dell’indicativo perfetto molto somiglia alla desinenza κα che designa l’indicativo perfetto in greco.
L’onomastica
I nomi propri di persona femminili terminano generalmente in 𐌀. Quelli maschili possono terminare per consonante, per 𐌖 o per 𐌄.
I gentilizi, cognomi si direbbe oggi, sono espressi spesso, ma non sempre, al genitivo singolare.
Il suffisso 𐌉𐌋𐌀 apposto al nome, e in genere seguito da quello del pronome determinativo enclitico 𐌀𐌔 costituisce il patronimico. Non sfuggirà il parallelo con quanto accade in greco con l’articolo determinativo più il suffisso ιδης al nome paterno.
Appendici
Glossario
Per i verbi lo scrivente ha scelto di indicare il tema a cui si appoggiano le desinenze temporali e modali; non è affatto detto che tale tema sia necessariamente la radice verbale o l’infinito.
Vedi il glossario nella pagina dedicata del sito.
In merito a 𐌈𐌌𐌀𐌂 e 𐌉𐌈𐌌𐌀𐌂, sulla scorta di Bellelli e Benelli e scostandomi quindi da Pallottino, direi che sono entrambi sostantivi indicanti il primo la carica e il secondo (che mi parrebbe sempre 𐌈𐌌𐌀𐌂, ma in caso locativo strumentale) l’esercizio della carica.
In merito alla carica 𐌂𐌋𐌉𐌆, se, come affermato in BB18, il radicale 𐌉𐌆 (del verbo 𐌂𐌉𐌆 ad esempio) indica l’idea della scrittura e se il medesimo radicale è alla base della parola 𐌂𐌋𐌉𐌆, si potrebbe ipotizzare una carica connessa alla scrittura di leggi? Potrebbe dunque ipotizzarsi qualcosa di simile a una carica di legislatore? La quale in effetti sarebbe indubbiamente di livello molto alto, come sostenuto in BB18.
Glossario di nomi propri
Per ogni voce, partendo da destra, la prima colonna indica il nome in caratteri etruschi, la seconda la traslitterazione in caratteri latini, la terza le note e la fonte più recente della traduzione proposta.
Le fonti sono così siglate: Massimo Pallottino, Etruscologia, Milano 1984 [MP84], il già menzionato testo di Bellelli e Benelli [BB18], mie osservazioni [DL].
Nota | Traslitterazione | Etrusco |
persona, maschile [BB18] | Avle | 𐌀𐌅𐌋𐌄 |
(v. Arnth) [BB18] | Aranth | 𐌀𐌓𐌀𐌍𐌈 |
persona, maschile [BB18] | Arnth | 𐌀𐌓𐌍𐌈 |
persona, femminile [BB18] | Arnthi | 𐌀𐌓𐌍𐌈𐌉 |
(v. Avle) [BB18] | Aule | 𐌀𐌖𐌋𐌄 |
Agamennone, personaggio mitologico [BB18] | Achmemrun | 𐌀𐌙𐌌𐌄𐌌𐌓𐌖𐌍 |
persona, maschile [BB18] | Cae | 𐌂𐌀𐌄 |
letteralmente "ragazza", corrisponde a Proserpina; parallelamente a quanto accade con il greco Κόρη per Persefone [BB18, DL] | Cavatha | 𐌂𐌀𐌅𐌀𐌈𐌀 |
genio degli inferi; non chiaro se nome proprio o comune [BB18] | Culmu | 𐌂𐌖𐌋𐌑𐌖 |
Cortona, città [BB18, DL] | Curtun | 𐌂𐌖𐌓𐌕𐌖𐌍 |
genio degli inferi; non chiaro se nome proprio o comune [BB18] | Vanth | 𐌅𐌀𐌍𐌈 |
divinità corrispondente a Cerere [BB18] | Vei | 𐌅𐌄𐌉 |
Veio, città [BB18] | Vei | 𐌅𐌄𐌉 |
persona, maschile [BB18] | Vel | 𐌅𐌄𐌋 |
persona, femminile [BB18] | Vela | 𐌅𐌄𐌋𐌀 |
Volterra, città [BB18] | Velathri | 𐌅𐌄𐌋𐌀𐌈𐌓𐌉 |
Vulci, città [BB18] | Velc | 𐌅𐌄𐌋𐌂 |
Volsinii, città [BB18] | Velzna | 𐌅𐌄𐌋𐌆𐌍𐌀 |
persona, maschile [BB18] | Velthur | 𐌅𐌄𐌋𐌈𐌖𐌓 |
(v. Vela) [BB18] | Velia | 𐌅𐌄𐌋𐌉𐌀 |
persona, maschile [BB18] | Velche | 𐌅𐌄𐌋𐌙𐌄 |
Vetulonia, città [BB18] | Vetluna | 𐌅𐌄𐌕𐌋𐌖𐌍𐌀 |
persona, femminile [BB18] | Hasti | 𐌇𐌀𐌔𐌕𐌉 |
(v. Hasti) [BB18] | Hastia | 𐌇𐌀𐌔𐌕𐌉𐌀 |
Ercole, personaggio mitologico [BB18] | Hercle | 𐌇𐌄𐌓𐌂𐌋𐌄 |
persona, femminile [BB18] | Thana | 𐌈𐌀𐌍𐌀 |
(v. Thanchvil) [BB18] | Thanachvil | 𐌈𐌀𐌍𐌀𐌙𐌅𐌉𐌋 |
persona, femminile [BB18] | Thanchvil | 𐌈𐌀𐌍𐌙𐌅𐌉𐌋 |
divinità; non chiaro se nome proprio o comune [BB18] | Thufl | 𐌈𐌖𐌚𐌋 |
Cerveteri, città [BB18] | Kaisraie | 𐌊𐌀𐌉𐌔𐌓𐌀𐌉𐌄 |
persona, maschile [BB18] | Larce | 𐌋𐌀𐌓𐌂𐌄 |
persona, maschile [BB18] | Larth | 𐌋𐌀𐌓𐌈 |
persona, femminile [BB18] | Larthi | 𐌋𐌀𐌓𐌈𐌉 |
(v. Larthi) [BB18] | Larthia | 𐌋𐌀𐌓𐌈𐌉𐌀 |
persona, maschile [BB18] | Laris | 𐌋𐌀𐌓𐌉𐌔 |
persona, maschile [BB18] | Lauchme | 𐌋𐌀𐌖𐌙𐌌𐌄 |
(v. Lauchme) [BB18] | Lauchmes | 𐌋𐌀𐌖𐌙𐌌𐌄𐌔 |
Mantova, città [BB18] | Manthva | 𐌌𐌀𐌍𐌈𐌅𐌀 |
persona, maschile [BB18] | Marce | 𐌌𐌀𐌓𐌂𐌄 |
divinità corrispondente a Minerva [BB18] | Menerva | 𐌌𐌄𐌍𐌄𐌓𐌅𐌀 |
Medea, personaggio mitologico [BB18] | Metaia | 𐌌𐌄𐌕𐌀𐌉𐌀 |
genio attendente di Turan (v.) [BB18] | Mulavisch | 𐌌𐌖𐌋𐌀𐌅𐌉𐌔𐌙 |
genio attendente di Turan (v.) [BB18] | Muntuch | 𐌌𐌖𐌍𐌕𐌖𐌙 |
divinità corrispondente a Minerva [BB18] | Nethuns | 𐌍𐌄𐌈𐌖𐌍𐌔 |
persona, maschile [BB18] | Pesna | 𐌐𐌄𐌔𐌍𐌀 |
Populonia, città [BB18] | Pupluna | 𐌐𐌖𐌐𐌋𐌖𐌍𐌀 |
persona, femminile [BB18] | Shethra | 𐌑𐌄𐌈𐌓𐌀 |
persona, maschile [BB18] | Shethre | 𐌑𐌄𐌈𐌓𐌄 |
letteralmente "scuro", corrisponde a Plutone [BB18] | Shuri | 𐌑𐌖𐌓𐌉 |
persona, femminile [BB18] | Ramtha | 𐌓𐌀𐌌𐌈𐌀 |
(v. Ramtha) [BB18] | Ramutha | 𐌓𐌀𐌌𐌖𐌈𐌀 |
persona, femminile [BB18] | Ranthu | 𐌓𐌀𐌍𐌈𐌖 |
Roma, città [BB18] | Ruma | 𐌓𐌖𐌌𐌀 |
divinità corrispondente a Setulano [BB18] | Sethlans | 𐌔𐌄𐌈𐌋𐌀𐌍𐌔 |
divinità corrispondente a Silvano [BB18] | Selvans | 𐌔𐌄𐌋𐌅𐌀𐌍𐌔 |
Dedalo, personaggio mitologico [BB18] | Taitale | 𐌕𐌀𐌉𐌕𐌀𐌋𐌄 |
Tarquinia, città [BB18] | Tarchuna | 𐌕𐌀𐌓𐌙𐌖𐌍𐌀 |
divinità corrispondente a Giove [BB18] | Tinia | 𐌕𐌉𐌍𐌉𐌀 |
divinità corrispondenti forse alle tre Grazie [BB18] | Tluchva | 𐌕𐌋𐌖𐌙𐌅𐌀 |
Troia, città [BB18] | Truia | 𐌕𐌓𐌖𐌉𐌀 |
divinità corrispondente a Venere [BB18] | Turan | 𐌕𐌖𐌓𐌀𐌍 |
divinità corrispondente a Mercurio, anche con funzione di psicopompo [BB18] | Turms | 𐌕𐌖𐌓𐌌𐌔 |
genio degli inferi; non chiaro se nome proprio o comune [BB18] | Tuchulcha | 𐌕𐌖𐌙𐌖𐌋𐌙𐌀 |
divinità corrispondente a Giunone [BB18] | Uni | 𐌖𐌍𐌉 |
divinità corrispondente a Caronte [BB18] | Charun | 𐌙𐌀𐌓𐌖𐌍 |
persona, femminile [BB18] | Fasti | 𐌚𐌀𐌔𐌕𐌉 |
(v. Fasti) [BB18] | Fastia | 𐌚𐌀𐌔𐌕𐌉𐌀 |
Ultimo aggiornamento: aprile 2023.