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Era una volta Roisin, voce femminile per text to speech in inglese con accento irlandese

Lo scorso marzo avevo scoperto tra le masserizie di Google una gradevole voce femminile dal lieve accento irlandese, che avevo battezzato Róisín; chi vuole può andarsi a leggere la cronaca del felice incontro nel volume Diary from the quarantine, ai giorni 8 e 9.

Un paio di mesi dopo, scrivendomi un piccolo assistente virtuale per desktop Linux, avevo pensato di dargli voce implementandogli proprio Róisín. E con quella l’ho messo in servizio.

Questa mattina la sorpresa: Google ha trasformato la voce femminile inglese con accento irlandese in un’omologa voce maschile, perdipiù senza più alcun fascino iberno. A questo punto è facile immaginare la sorpresa generata in casa dall'ormai familiare saluto “Hallo, Róisín here”, ad ogni operazione svolta dall’assistente, con questa nuova nuance.

Tuttavia, al di là della gag, c'è da fare una considerazione decisamente più importante.
Come oggi ha cambiato Google di punto in bianco e senza preavviso le caratteristiche del servizio vocale, così domani potrebbe farlo con altri o potrebbero farlo altri fornitori con i propri.
Sono da sempre in disaccordo con chi affida il backup, o direttamente l’unica copia, dei propri dati (testi, foto, audio, documenti in genere) ai vari cloud e remote drive pseudogratuiti, proprio perché si rimettono a terzi che potrebbero cambiare in qualsiasi momento e unilateralmente i termini di servizio o allo stesso modo dismettere il servizio stesso.
Ecco, a parte le battute da commedia degli equivoci, la sorpresa di oggi mi convince ancora di più che è certamente buona cosa tenere i propri archivi e le librerie di sviluppo utili sempre anche in locale; magari replicati un paio di volte, ma sulle proprie macchine.


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