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Non pensioniamo il vecchio feed RSS

Con l’affermarsi dei social network ormai anche i siti delle grandi aziende e delle grandi testate giornalistiche hanno spesso abbandonato il vecchio caro feed RSS; hanno pensato che gettarsi a pesce sui social sia il moderno, l’ultimo grido. Alcuni sino al punto da non avere nemmeno un sito, ma solo un profilo su qualche social.
Senonché le mode prima o poi passano e si sa come va a finire. E, se pure in questo caso non passassero, forse qualche riflessione sarebbe ugualmente utile.

In primis, la piattaforma social non è di proprietà dell’utente, ha politiche proprie che possono portare alla sospensione unilaterale del profilo e allora addio post e presenza; inoltre di norma pone come condizione inderogabile la cessione del diritto d’utilizzo dei contenuti inviati a proprio piacimento e senza limiti temporali.
Forse sarebbe meglio non rinunciare ad un canale d’aggiornamento che resti facilmente personalizzabile, di piena proprietà e ospitato in casa propria, qual è il feed RSS.

Al di là delle considerazioni di buon senso, ci sono però anche ragioni pratiche sia dalla parte del proprietario del sito sia dalla parte dei visitatori.
Immaginiamo che i nostri contenuti siano di interesse anche per siti e app che aggregano contenuti a tema; se chi sviluppa tali aggregatori non trova un canale chiaro e semplice come un RSS, dovrà sottoporre il sito a scraping e quindi a chiamate contemporanee multiple, con conseguente appesantimento del carico di lavoro per il nostro server e quindi rallentamento del sito stesso. Se invece c’è un feed, basta una singola chiamata a cadenza regolare alla sua pagina e non c’è alcun problema.

Ma anche per il semplice visitatore l’RSS è più agevole; non è detto infatti che chi è interessato agli aggiornamenti del nostro sito lo sia anche al rumore di fondo dei social network. E peraltro non è nemmeno detto che i più abbiano un profilo su qualche piattaforma social.
In fin dei conti un feed RSS fornisce aggiornamenti diretti, puliti, non chiede di registrarsi al sito e non impone di scremare il flusso di informazioni. Rimane inoltre completamente integrabile, rilanciabile, fruibile e, per dirla tutta, democratico.
Davvero, al di là delle mode del momento, non abbiamo ancora motivi concreti per pensionare il caro vecchio feed RSS.


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