Carlo Zinelli e l'art brut a Palazzo Te

Carlo Zinelli. Visione Continua
Palazzo Te, Mantova
dal 17 marzo al 9 giugno 2019

Attraverso un corpus di 32 lavori, realizzati tra il 1958 e il 1970 i visitatori della mostra Carlo Zinelli. Visione Continua potranno conoscere e apprezzare un pittore unico e dirompente che a oggi continua a essere un nome segreto e, quindi, ancora una rivelazione.

L’esperienza artistica di Carlo Zinelli fu inizialmente legata all’Art Brut, il movimento internazionale nato ai margini della società e promosso dall’artista francese Jean Dubuffet a partire dal 1945. L’Art Brut fu la soluzione di Dubuffet all’assimilazione sistematica da parte della cultura di massa di qualsiasi nuova manifestazione e interpretazione artistica e culturale. L’opera di Zinelli si inserisce, in maniera quasi profetica, in un contesto storico preciso, che vede da un lato la piena realizzazione delle grandi avanguardie del XX secolo, nello sforzo di rompere definitivamente con la tradizione modernista, e dall’altro l’individuazione di una nuova attitudine, anarchica e clandestina, che in egual misura, seppure inconsapevolmente, è mossa da un medesimo spirito di innovazione e superamento delle convenzioni e delle rigidità del sistema e delle istituzioni. Carlo Zinelli vive isolato dal grande circuito dell’arte contemporanea, creando attraverso visioni ossessive e continue un mondo fatto di animali, persone, e scrittura, unico nel panorama dell’arte del dopoguerra italiano. Per questo la sua poetica, così forte e originale, supera i confini dell’Art Brut – pur essendo parte della Collection de l’Art Brut a Losanna – ed è oggi pioniera dell’immagine fantastica. La libertà che contraddistingue il suo lavoro ci permette oggi di leggerlo in chiave contemporanea e indipendente, forte di una originalità lontana da ogni movimento precostituito.

Carlo Zinelli non ebbe una formazione artistica: nato a San Giovanni Lupatoto (Verona) nel 1916, si trasferì a Verona con la famiglia a diciotto anni e nella città scaligera iniziò a lavorare come addetto al macello comunale fino all’arruolamento nell’esercito e alla partecipazione alle drammatiche vicende della guerra civile spagnola nel 1939. Nel 1941 iniziò a manifestare i primi sintomi di una malattia psichica che lo costrinse a vari ricoveri in manicomio fino all’internamento definitivo in quello di San Giacomo della Tomba a Verona nel 1947. I primi 10 anni furono anni di isolamento e di Carlo Zinelli non si ebbero notizie fino al 1957 quando, grazie al lavoro dello scultore Michael Noble – con il sostengo del direttore dell’ospedale Carlo Trabucchi – si aprì l’atelier d’arte per gli ospiti della struttura sanitaria. Zinelli ne era uno dei più assidui frequentatori, a volte dipingendo per otto ore di seguito al giorno. Le attività all’interno del manicomio venivano spesso affiancate da quelle all’aperto nei giardini di Villa Idania, la dimora sul lago di Garda dove Noble risiedeva insieme a sua moglie Ida Borletti. Carlo Zinelli è stato un artista estremamente prolifico e nelle sue opere reinventava continuamente il tempo e lo spazio, sviluppava motivi e soggetti figurativi visionari ma allo stesso tempo legati al suo passato e alle esperienze presenti. In tre decenni maturò una padronanza del mezzo pittorico (pastello, tempera, inchiostro, grafite) che si traduceva in una conoscenza approfondita dell’uso del colore e del segno grafico, mescolando elementi del quotidiano con visioni oniriche e a tratti magiche.

Da subito la sua originalità lo differenziò dalla semplice identificazione legata alla condizione mentale, tanto che nel 1957 i suoi disegni vennero esposti per la prima volta in una mostra collettiva a cui lo scrittore e giornalista Dino Buzzati diede il titolo Sono dei veri artisti.

La “visione continua” di Carlo Zinelli.

La conferenza di presentazione della mostra.

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