L'Olimpo della Sala dei Giganti di Palazzo Te in un videogioco

Il nostro interesse di studio e la nostra passione per l'arte, come noto, si estendono anche alle muse più contemporanee, quali l'animazione (specialmente giapponese) e i videogiochi. Va da sé quindi che il nostro sguardo vaghi e scruti in un orizzonte più ampio di quello canonicamente circoscritto a pittura, scultura e architettura pre XX secolo.
E, praticando quotidianamente questo nostro interesse esteso nel contesto specifico di una ex capitale del rinascimento (il cui naufragio nel '600 di fatto avviò il culto del rinascimento italiano all'estero, a partire dal mondo anglosassone), altrettanto naturalmente troviamo con frequenza connessioni, influenze e richiami altrimenti non rilevabili né immaginabili.

In questi giorni abbiamo scoperto per esempio che l'olimpo affrescato da Giulio Romano e bottega sul soffitto della Sala dei Giganti di Palazzo Te è diventato la copertina di un videogioco intitolato The Godhood Chronicles, sviluppato da Studio Paper Waifu. Lo studio è in realtà un piccolo team amatoriale che scrive e distribuisce gratuitamente giochi RPG e visual novel (le evoluzioni informatiche dei giochi di ruolo e dei librogame tanto in voga negli anni '80 del secolo scorso) in salsa waifu, un genere rosa-piccante piuttosto popolare nel fumetto e nell'animazione nipponici.
La trama del gioco è già nel nome, le cronache della divinità: si vestono i panni di un dio, o di una dea, vergine al mondo che deve affermarsi eliminando nemici e accattivandosi accoliti e devoti di entrambi i sessi; lo sviluppo è quello tipico dei librogame, tra esplorazioni, enigmi da risolvere, battaglie a colpi di sortilegi e armi di ogni tipo.

Il tutto però con un tono estremamente giocoso.
Pur basato sulla mitologia classica, infatti l'intreccio mescola con disinvoltura elementi greci, celtici e norreni, immaginario dell'Europa medievale, dell'America latina e del Giappone odierno: e allora eccovi in giro in groppa a un cavallo alato per fonti abitate da naiadi e llorone, boschi battuti da elfi e driadi, grotte in cui si nascondono lamie e briganti, taverne in cui vi buttano giù dal letto spettri e assassini, città e porti per i quali si aggirano orchi, avventurieri, catgirl, kemono...
Ma estremamente giocoso anche perché le relazioni tra la giovane divinità che impersonate e tutti i personaggi con cui interagite, siano essi nemici o devoti, si possono condurre a parole e a mazzate oppure... tra le lenzuola. E anche qui ce n'è per tutti i gusti e gli orientamenti.
Insomma una miscela davvero divertente di mitologia, fantasia ed erotismo accompagnata da simpatiche e ben fatte illustrazioni in stile manga che, ne siamo certi, avrebbe fatto sorridere anche Federico II Gonzaga e Giulio Romano.

Non sappiamo se gli sviluppatori di Studio Paper Waifu conoscano o abbiano mai visto Palazzo Te, o se siano invece rimasti semplicemente colpiti dalla spettacolarità di qualche sua foto trovata in rete; resta che il loro videogioco affidato alla protezione della splendida volta della Sala dei Giganti, consapevoli o no che ne siano, interpreta molto bene lo spirito anche goliardico del capolavoro di Giulio Romano.

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