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La voce di Alfonsina Storni

Per chi ha confidenza e consuetudine molto più con gli autori del passato che con quelli contemporanei la loro frequentazione, per quanto costante, intima e amicale, è necessariamente veicolata dalla sola parola scritta. Tuttalpiù capita a volte di conoscerne i volti e le fattezze attraverso una foto o un ritratto o un busto, ma praticamente mai di udirne il suono della voce.
Eppure per i meno lontani nel tempo il miracolo può accadere: da qualche archivio, in cui era rimasto magari sepolto per decenni tra migliaia di documenti più o meno anonimi, ecco emergere un frammento di pochi secondi, gracchiante, non immediatamente intellegibile, certamente inatteso e spiazzante. È lei, la voce che non si sperava mai di poter ascoltare, salvata dall'oblio nel ridotto spazio di un cilindro a cera o di un 78 giri come un naufrago su una minuscola zattera di fortuna.
Proprio così ci è capitato di imbatterci, con emozione, in quella che pare al momento una delle rare testimonianze dirette della voce di Alfonsina Storni. Uno stralcio di nemmeno un minuto registrato durante una sua conferenza dal titolo "Tra due valigie semiaperte e le lancette dell'orologio" tenuta a Montevideo il 27 gennaio 1938; conferenza nella quale, ricordando un aneddoto della propria infanzia, racconta del proprio precoce interesse per la poesia.
Sono gli ultimi mesi di vita della poetessa, da tempo malata e stanca, e, a ben ascoltare, il timbro della voce testimonia la sua fatica. Tuttavia non per questo motivo l'emozione e il piacere di ascoltarla sono minori.
Riportiamo di seguito il breve documento sonoro e la sua trascrizione.

Alfonsina Storni a Montevideo il 27 gennaio 1938

« ¿Fue verdad también lo que, en tiempos de mi libro "Ocre", confesé, desconociendo la mayor parte de mi obra anterior?

Me faltaba un amor y ya lo tuve;
una infamia también y di con ella;
un engaño y lo hallé; la savia sube
a cupular mi vida en una bella
rama cargada que pesarme siento
y empiezo a madurar: estate atento.

¿Mi poesía era pues, rebeldía, desacomodo, antigua voz trabada, sed de justicia, amor del amor enamorado, o una cajita de música que llevaba en la mano, y sonaba sola, cuando quería sin clave para herirla? »


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