Matilde di Canossa, il papato, l'impero. Anselmo di Lucca

“E là m’apparve, sì com’elli appare / subitamente cosa che disvia / per maraviglia tutto altro pensare, / una donna soletta che si gia / e cantando e scegliendo fior da fiore / ond’era pinta tutta la sua via” (Dante Alighieri, Purgatorio, XXVIII, 37-42)

I due poteri universali che hanno dominato l’Europa nel medioevo, l’impero e il papato, i vescovi, le città, i nobili, i contadini…La società dei primi due secoli dopo il Mille viene riletta attraverso la vita di Matilde di Canossa, la comitissa che ha detenuto il controllo dei territori chiave tra Roma e le Alpi, nel cuore della pianura del Po e lungo l’Appennino. I due poteri universali che hanno dominato l’Europa nel medioevo, l’impero e il papato, i vescovi, le città, i nobili, i contadini… La società dei primi due secoli dopo il Mille viene riletta attraverso la vita di Matilde di Canossa, la comitissa che ha detenuto il controllo dei territori chiave tra Roma e le Alpi, nel cuore della pianura del Po e lungo l’Appennino.La concezione del potere e i suoi simboli rivivono grazie a troni, scettri, corone e tessuti preziosi, gioiellerie create per la corte imperiale ottoniana e sassone, opere di committenza papale, trattati, codici normativi e liturgici.

Le dispute, i luoghi, i protagonisti delle riforme della Chiesa e della controversia delle investiture si sviluppano in proiezioni multimediali, inquadrando in uno scenario dinamico la storia della dinastia dei marchesi di Toscana e l’episodio chiave dell’epoca: l’incontro fra l’imperatore Enrico IV e papa Gregorio VII, nell’inverno del 1077 nel castello di Canossa, avvenuto grazie alla mediazione di Matilde e di Ugo, abate di Cluny.

Le scelte politiche della comitissa, gli eventi drammatici della sua esistenza, il potenziamento dei castelli, le donazioni a monasteri e pievi, gli scontri armati con l’imperatore e con i suoi sostenitori, fino alla devoluzione dei beni al patrimonio di San Pietro dopo la sua morte, sono documentati da pergamene, oggetti carichi di valore simbolico, opere d’arte. L’eco di quei fatti, la fama di Matilde e l’esigenza di farne un emblema del sostegno politico al papato hanno alimentato un mito che arriva fino a noi e che ha ispirato anche Dante, Giulio Romano, Gian Lorenzo Bernini, dando vita a capolavori straordinari. Una sezione è dedicata alla città dove è nata Matilde: Mantova, che fu poi protagonista di duri scontri fra la contessa e i sostenitori dell’imperatore. Proprio nell’età dei Canossa si è definito il suo tessuto urbano rispetto al fiume Mincio e rispetto alle paludi circostanti, si sono evidenziati i nuclei delle cattedrali, dell’episcopio, del monastero di Sant’Andrea, le costruzioni dei marchesi di Toscana e quelle delle famiglie emergenti che di lì a poco avrebbero dato vita al comune.

Anselmo da Baggio (1035-1086), vescovo di Lucca, è figura emblematica dell’ultimo periodo canossiano. Attivamente schierato, sul piano dottrinale (è l’autore della celebre Collectio canonum) come su quello diplomatico e pastorale, a sostegno dei papi nella cosiddetta “lotta per le investiture”, egli si trovò per ciò stesso a fianco della contessa Matilde, assumendo il compito di suo consigliere affidatogli da Gregorio VII. Come tale concorse a orientarne l’austera spiritualità, e sotto la sua protezione si stabilì a Mantova, quando fu nominato legato papale per la Lombardia. Un anno dopo la morte fu canonizzato ed eletto patrono della diocesi di questa città. La mostra a lui dedicata al Museo Diocesano, attraverso pregevoli opere d’arte (doni votivi dei Gonzaga, un arazzo del Cinquecento, dipinti di Fetti e Borgani, sculture settecentesche) e altri inusuali documenti, illustra la persistenza della sua memoria in terra mantovana.

Presso la Casa del Mantegna e il museo Francesco Gonzaga di Mantova dal 31 agosto 2008 all’11 gennaio 2009.

Daniele Lucchini ha partecipato al catalogo ufficiale della mostra con la traduzione e commento della Vita di Anselmo di Bardone (acquistabile da Finisterrae).

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