Omaggio a Domenico Pesenti nel centenario della morte

Nel centenario della scomparsa del pittore mantovano Domenico Pesenti (Medole, 1843 – Mantova, 1918) il Palazzo Te e il Museo Francesco Gonzaga omaggiano il padre della pittura mantovana del Novecento con l’esposizione di un prezioso nucleo di opere, emblematiche del suo magistero pittorico colto ed elegante, provenienti dalle rispettive collezioni museali.
L’evento si delinea come occasione unica per poter ammirare alcuni capolavori del maestro in genere non esposti al pubblico.

Dall’articolo di Cristina del Piano sulla Gazzetta di Mantova del 4 febbraio 2018:

L’occhio cade sui particolari di un volto minuscolo o sulla sontuosità di un elemento architettonico restituendoci ambienti religiosi, ritratti o scene di vita agreste. E sulla tela, tra vetrate istoriate, antichi leggii o umili cucine, la cura dei dettagli sfiora quasi la perfezione. A questo modo di guardare il mondo, che caratterizzò l’arte di Domenico Pesenti, Mantova rende omaggio nel centenario della scomparsa dell’artista. E lo farà con una grande mostra allestita al museo Diocesano. Tutto Pesenti, questo il titolo della rassegna espositiva a cura di Augusto Morari e organizzata dal museo, sarà inaugurata l’11 febbraio. Scelta non casuale: nello stesso giorno del 1918 Domenico morì nella sua dimora-studio a Palazzo Ippoliti in via Fratelli Bandiera.
Quasi duecento le opere in mostra tra le quali un’ottantina i dipinti (in arrivo anche dall’estero, mentre 14 usciranno dai depositi di Palazzo Te). Ma anche disegni, ceramiche con le sue iniziali e mobili appartenuti al pittore-collezionista nato a Medole il 21 gennaio 1843. Non una semplice antologica – come spiega il curatore – ma un viaggio nella vita del maestro che intende sottolineare soprattutto l’aspetto internazionale della sua carriera. Gli studi a Brescia, poi a Milano, a Brera, e successivamente il ventennio a Firenze con dipinti venduti in tutto il mondo. E il museo Diocesano presenterà anche opere mai esposte prima. Nella Sala delle Colonne saranno in mostra dipinti ad olio e oggetti, nel loggiato gli arredi e in Sala rossa la sezione dedicata a disegni e acquerelli. Opere di proprietà del museo, frutto di recenti acquisizioni, affiancate ad altre prestate da enti pubblici o concesse da collezioni private.
«Questa ricorrenza è l’occasione per mostrare queste opere e raccontare l’arte di Pesenti – spiega il direttore del Diocesano monsignor Roberto Brunelli – un itinerario, quello che proporremo, dal quale emerge con forza la figura di un artista che ha saputo sperimentare e che è passato attraverso le mode del suo tempo senza subirne i condizionamenti. Un artista molto autonomo che ha influito enormemente sulla pittura successiva. E’ stato il padre della pittura mantovana del Novecento, come ha scritto il critico Margonari e come evidenzia il sottotitolo della nostra mostra. Un eclettico: Pesenti è stato anche restauratore e antiquario». E tra i pezzi esposti ci saranno anche esemplari che testimoniano questo suo gusto per il bello e per le rarità. Tra tutte la cassa da guerra dei Gonzaga (ramo di Bozzolo) pirografata con scene belliche che i nobili della dinastia si portavano durante le spedizioni militari. Alcuni quadri sono già arrivati in sede, come Il cortile di Palazzo Vecchio a Firenze del 1875. Dal Fondo Pesenti, conservato al Te, arriveranno, tra le altre, anche due tele che raffigurano il nipote Azzurino, fratello di Vindizio, che morì di meningite a soli nove anni. Come pure I suonatori ambulanti un’opera piena di poesia del 1885.
Nel palazzo di via Trieste (Casa del Bertani) ha vissuto Licia Nodari Pesenti (nuora di Vindizio scomparsa nel 2012). «Ho frequentato quell’ambiente sin da ragazzo e la signora Licia era l’ultima erede – spiega Morari – per questa mostra mi sono basato molto sugli eccezionali studi realizzati da Giovanna Ginex e Marisa Dalai Emiliani nel 1988, con la bella mostra allestita all’epoca a palazzo Te. Una rassegna che accolse opere che provenivano proprio dalla dimora di via Trieste. Ora, in questa nuova mostra, alla luce delle recenti acquisizioni, cercheremo di raccontare questo artista, tra i massimi esponenti della pittura mantovana dell’Ottocento oltre che della scena internazionale perché i suoi dipinti furono richiesti in tutto il mondo. In questi giorni, ad esempio, qui al Diocesano un’opera che esporremo è arrivata dalla California. Credo che questo sia un doveroso omaggio a un artista straordinario». Da questo viaggio nel tempo emergeranno anche le passioni del protagonista . «Come ad esempio la fotografia -conclude Morari – perché Pesenti individuò anche in questo mezzo un ulteriore strumento di approfondimento per le sue ricerche in campo artistico».

Roberto Brunelli, direttore del museo Francesco Gonzaga, presenta la mostra.

Al Museo Francesco Gonzaga e a Palazzo Te dall'11 febbraio al 13 maggio 2018.

Il catalogo è acquistabile anche direttamente da questo sito.

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Non conoscevamo Mantova, ma la la chiara e approfondita descrizione che il dr. Lucchini ne ha dato dal punto di vista storico, letterario e aneddotico ci ha aperto la visione di una città, nei secoli, ricchissima di storia e degna di essere considerata tra le più belle - Gianni F, Italia


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